
Nasce in giugno Spica, il nuovo ristorante di Ritu Dalmia, la chef originaria di Calcutta, che nel 2017 aprì nel capoluogo meneghino Cittamani. Come Cittamani, Spica è il nome indica una stella e come Cittamani il tema è la contaminazione, l’assaggio, il viaggio.
Ma il primo ristorante era un viaggio interiore di Ritu.
Che da bambina – durante un pellegrinaggio a Roma con la sua scuola cattolica – rimase talmente folgorata dall’Italia da desiderare di non tornare a casa.
Che il fato (o meglio il karma) volle di nuovo in Italia, giovanissima tante e tante volte, seguendo gli affari di famiglia, commercianti di marmo.
Che il coraggio volle ristoratrice improvvisata a 22 anni, con un ristorante italiano a Delhi, azzardo totale, da cui per tigna della proprietaria fiorì la Diva Restaurants di Ritu Dalmia, ben sette locali ispirati al Bel Paese, tra cui una caffetteria nel Centro Culturale dell’Ambasciata Italiana di Chanakyapuri a Delhi.
Che in Italia è tornata, non solo come instancabile viaggiatrice lungo la Penisola alla scoperta dei prodotti migliori, ma come chef del primo ristorante in Italia di cucina indiana gourmet (non etnica!). Cittamani è le summa di quello che forse da quando aveva 10 anni frullava nella testa e nel palato di Ritu: la contaminazione o meglio la ricomposizione di due mondi e delle loro cucine, indiana e italiana, in una serie di piatti fra l’esotico e il nostrano, come il mais kebab, uno spiedino di crema di mais e parmigiano (così padano…) delicatamente speziato con zenzero, ricoperto di sesamo e cotto nel forno tandoor.

Il secondo ristorante, Spica, invece è esteriorità. L’esplosione della vitalità, della gioia, dell’ottimismo di Ritu.
Lei che, lesbica in un’India sempre più in deriva nazionalista, ha lottato per anni nel suo Paese affinché l’odiosa legge del codice penale che condannava al carcere gli omosessuali per “reati contro natura” fosse abolita. E a settembre 2018 ha vinto.
Lei che è curiosa di natura e ha anche il gusto curioso (come diceva Guy de Maupassant in una bellissima novella), quindi ha fatto dei suoi viaggi in giro per il mondo indelebili ricordi di sapori e preparazioni, da far riemergere e da reinterpretare.

Lei che ama la condivisione. Dei piatti quando mangia, delle idee quando lotta per esse, dei saperi gastronomici. E per questo ha abbracciato questo nuovo progetto con un’altra chef, aperta a grandi orizzonti, Viviana Varese.

Ecco perché da Spica si troveranno piatti da tutto il mondo, ma presentati e interpretati come solo queste due chef potevano fare. Dai dim sum alla pizza, dal ramen alle bbq ribs.
Ecco perché Spica sarà risate, convivialità spensierata, assaggio. Spica sarà divertimento gastronomico.
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