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A IDENTITA’ GOLOSE INTERVENTO “GREEN” DI PIERGIORGIO PARINI

Parini

Un’altra chicca che ci viene da Identità Golose. Come sempre la rassegna dedica un’intera sezione alla cucina vegetariana, dove gli chef si cimentano nel dimostrare che la cucina senza carne (a volta del tutto priva di grassi animali, quindi vegana) non è per nulla mortificante, anzi, può essere ricca e gustosa.

Abbiamo visto preparazioni molto complesse e interessanti, ma Piergiorgo Parini del “Povero Diavolo” di Torriana (Rn), ha dimosrato come la freschezza e la naturaltà della materia prima, rispettate ed esaltate, possono non necessitare di grandi elaborazioni.

Figlio di agricoltori, Parini è dunque l’uomo ideale per mettere nel piatto verdure eccellenti, che prende quotidianamente dall’azienda agricola del padre e da piccolo produttori selezionati. Una sorta di self service, dove ogni giorno Piergiorgio coglie direttamente ortaggi fatti piantare appositamente per soddisfare la sua creatività. Dice: «Quello che mi diverte di più è nobilitare gli ortaggi. Trattare i più umili come la carne e pesce, applicando tecniche che possono essere anche classiche come l’arrostitura e i fondi». IMG_0318

E a Identità ha portato una semplice bietola, le foglie fatte a pezzi che ha fatto assaggiare cruda, accompagnata a miele di ailanto (molto raro, poco dolce e con un’acidità persistente) e ad una centrifuga di foglie di alloro. Carnose, quasi una bistecca vegetale, con un’aroma sopra tipica delle carni alla griglia, era veramente straordinaria. Semplice? Assolutamente si. Banale Assolutamente no.

La seconda proposta è stato un cardo gobbo spinoso, che ha saltato nel burro bruciato, in modo che prendesse il classico sentore di nocciola e fosse caldo ma croccante. Sul cardo ha grattato del tuorlo d’uovo essicato (marinato, secondo la ricetta di Carlo Cracco, in sale grosso e zucchero semolato – 50 e 50, per alcune ore), ha accostato un’acciuga dissalata (ricordo di bagna cauda?) e qualche goccia di centifruga di foglie di cipresso, straordinariamente balsamica. Un piatto regale.

Difficile? No se ci pensate, si tratta di ingredienti facilmente reperibili, trattati con strumenti che in molti hanno a casa. Quello che conta veramente, oltre alla creatività dello chef, è la qualità del prodotto.

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