Non è proprio un week end (da domenica 10 febbraio a martedì 12) e non èha proprio un costo “popolare”. Neanche la location, Milano, è quella a cui si pensa per una rilassante pausa “fuori porta”.
Ma è assolutamente impossibile, occupandoci di eccellenza enogastronomica, non parlare e consigliare una giornata a “Identità Golose”. Innanzitutto perché è il più importante ed internazionale convegno sull’argomento che abbiamo in Italia.
E poi perché l’idea iniziale, che nove anni or sono ebbe Paolo Marchi, il patron, è molto semplice ed è quella che anima anche noi: condividere. Si chiese infatti, avendo partecipato ad un famosissimo convegno di chef a San Sebastian (la mecca della ristorazione iberica), perché mai non creare in Italia un evento che consentisse ai nostri cuochi di scambiarsi idee con i colleghi di tutto il mondo.
Molti sono stati i temi, i volti, le ricette e i prodotti apparsi sul palco di Identità in questi anni. Una sorta di grillo parlante, Marchi, che con i suoi titoli ha costretto i protagonisti a riflettere sul loro tempo e che dal 2010 si è adeguato ad un’inevitabile svolta indotta dalla crisi economica. Allora il tema era “il Lusso della Semplicità”, ovvero via gli orpelli e concentriamoci, anche in cucina, su ciò che è essenziale.
Oggi, cioè da domenica 10, il tema sarà “il Valore Rivoluzionario del Rispetto”. Per la natura, per i prodotti, per i clienti e per i loro soldi. Il rispetto per i cuochi, professionisti seri e imprenditori. Un approccio, quindi, con una morale più elevata, meno modaiola e festaiola.
Il rispetto reciproco fra chi produce, trasforma, mangia, è quello che concretamente potrà traghettare l’economia agroalimentare italiana, così ricca e troppo spesso sottovalutata fuori da questo lunghissimo momento difficile. Magari con meno orpelli e “effetti speciali”, ma sicuramente con maggior solidità e chiarezza.
Gli uomini che parteciperanno al congresso, cuochi e produttori, con passione sostengono la buona enogastronomia e poterli conoscere da vicino sarà utile a chiunque di noi sia attento a quello che gli finisce nel piatto
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