In tempo di Vinitaly, un ricordo enologico, da un’etichetta che mi ha mandato per e-mail un’amica.
Un vino bevuto almeno quattro anni fa, o forse cinque da Laite, una delle bottiglie aperte durante una cena sontuosa nei contenuti, ma intima e semplice come solo l’atmosfera di montagna può essere. Terziere, di Massa Vecchia, produttore Triple A. Le tre A significano: Agricoltore, Artigiano, Artista. Questi produttori, che seguono strettamente la filosofia (non solo produttiva) della biodinamica, si sono dati un regolamento/manifesto dove dichiarano i loro intenti. Ovviamente nessun fertilizzante nè antiparassitario chimico, nessuna filtrazione, nè chiarifica nè stabilizzazione. Uso di solforosa bandito, o quasi.
Nel bicchiere l’incognita creata e voluta da questo manifesto programmatico. Il Terziere 1999 (mille bottiglie prodotte), alicante in purezza, sostanzialmente diverso, anche se parente del Cannonau è ancora molto giovane, ma di belle speranze (o grandi promesse) eppure già così complesso e appagante al naso e all’assaggio. Massavecchia l’azienda di Fabrizio Niccolaini a ridosso delle colline metallifere di Massa Marittima conta 5 ettari di vigna (che produce 35 quintali di uva per ettaro, vendemmiata manualmente) e una stupenda cantina in cui il vino viene invecchiato in tonneaux, barriques, botti di castagno, di rovere e caratelli. Aleatico, Alicante, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Malvasia e Pinot, sono i vitigni a bacca rossa; Vermentino, Sauvignon e Malvasia di Candia, le uve bianche. Eccelle il Terziere, Alicante in purezza pluripremiato, ma sarei felice di provare qualcos’altro di questa piccola azienda che, sono certa ha il potere di immergere il visitatore negli odori e nei sapori della Maremma.
Elena
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