“Conosci stesso”, “Γνῶθι σεαυτόν”, frase attribuita a Talete, era iscritta sul tempio dell’oracolo di Delfi e proseguiva “….e conoscerai l’universo e gli Dei”. Di sicuro non siamo ancora arrivati ad un livello di conoscenza simile (ma ci arriveremo? E siamo così sicuri di volerci arrivare?).
Però quando il 22 giugno del 2000, dopo dieci anni è stata annunciata la mappatura del genoma umano determinando la sequenza delle coppie di basi azotate che formano il DNA e mappando i circa 20-25 mila geni dal punto di vista sia fisico che funzionale, un po’ tutti noi molto, molto profani, sull’onda dell’entusiasmo mediatico, abbiamo ingenuamente pensato di conoscere un pochino di più noi stessi (anche se sicuramente psicologi, psicanalisti psichiatri, non sono per niente d’accordo). Aldilà delle sciocchezze, abbiamo scoperto alcune interessanti cosine, come il fatto che tutte le razze umane sono geneticamente uguali al 99,99% (capito signori nazi-skin?), che abbiamo lo stesso numero di geni dei topi (!), che i mutamenti genetici avvengono nei maschi (sempre loro…) ed un’ampia gamma di possibilità di comprensione della nostra evoluzione e delle nostre malattie.
Ma non siamo i soli esseri viventi ad interessare i genetisti e se il nostro genoma fa scalpore, quello di alcuni vegetali, ci aiuterà a capire come mangiare, meglio (per alcuni), a sufficienza (per i più). Arriva così dal Trentino una notizia: dopo il sequenziamento del genoma della vite e del melo, l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige – Fondazione Mach ha decodificato il genoma della fragola, precisamente della fragolina di bosco, varietà Hawaii 4.
Il progetto biennale è stato portato avanti da un consorzio internazionale formato da 37 istituzioni scientifiche, coordinate dall’università della Florida. A rappresentare l’Italia per l’appunto l’Istituto Agrario, scelto sia per le competenze sviluppate in occasione del sequenziamento di vite e melo, rispettivamente nel 2007 e nel 2010, sia per le strumentazioni all’avanguardia di cui si è recentemente dotato.
E a noi…? Il sequenziamento della fragola amplifica di almeno mille volte le conoscenze di questo frutto, le proprietà nutrizionali, l’impatto ambientale, l’esplorazione della biodiversità, gli studi filogenetici ed evolutivi. Si potrà creare in tempi rapidi nuove varietà. Si potranno ottenere piante in grado di produrre frutti più salubri e gustosi, capaci di autodifendersi dalle malattie e dagli insetti, riducendo così gli interventi agronomici (spesso chimici) in campagna e realizzando una frutticoltura più sostenibile.
A partire da questo mese, nel caso vi interessino, le sequenze del Dna della fragola saranno disponibili sulle banche dati internazionali, liberamente consultabili.
Domanda da massaia becera: ma d’ora in poi le fragoline di bosco costeranno un po’ meno?
Elena
Merci – c’est transmis à la rédaction. Nous sommes très contents et contentes que ces articles servent à la communauté de l’ESR.