Apprezzo molto le bollicine trentine, un metodo classico dal profumo fruttato, nato dall’intuizione di un giovane cantiniere trentino, Giulio Ferrari, che nel 1902 pensò di trasferire la tradizione francese nella sua terra, dove la latitudine è più bassa, ma i vitigni stanno più in alto, quindi di realizzare un vino spumante nato dalla civiltà alpina, dai boschi e dalle vette dolomitiche. Dalle prime pianticelle di Chardonnay messe a dimora nelle vallate trentine, ad oggi è stato realizzato l’Istituto TRENTO DOC, sono nate 33 aziende e circa 70 etichette, raggruppate tutte sotto il marchio collettivo.La D.O.C. Trento metodo classico è stata la prima in Italia e la seconda al mondo, dopo lo Champagne. Il disciplinare è rigoroso sia per quanto riguarda l’altissima qualità delle uve base, che devono essere di provenienza esclusivamente sia per la rifermentazione in bottiglia di 15 mesi per un prolungato contatto con i lieviti, le caratteristiche stesse dei lieviti.
Il risultato di tale severità di disciplinare è un fitto perlage, una spuma compatta e cremosa, fragranze complesse di vaniglia, albicocca, frutti esotici, nocciole e poi ancora pane appena sfornato, mela golden, cioccolato bianco e gelsomino. Lo spumante Trentodoc può essere Bianco (Millesimato e Riserva) o Rosè (che ho imparato recentemente ad apprezzare).
In questi giorni, fino al 13 dicembre, le bollicine rendono frizzante tutta Trento, grazie alla manifestazione dedicata al Trentodoc. Degustazioni, approfondimenti, incontri enogastronomici, seminari e momenti di incontro fra produttori e consumatori, per fare una conoscenza approfondita con questo spumante: si merita una certa attenzione e non solo un semplice brindisi. Non è necessario essere addetti ai lavori: il palcoscenico principale di questo sarà Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca Provinciale, ma sono coinvolti 32 diversi locali della città: bar, pub, ristoranti ed altri locali incontreranno altrettanti produttori facenti parte della squadra del Trentodoc.
Parlo volentieri di questo evento sia perché il prodotto è veramente di ottimo livello, sia perché gode di una buona organizzazione, ed i nostri vini hanno fortemente bisogno di questo genere di promozione, per essere alla pari con i cugini d’oltralpe non solo in qualità (lo siamo!) ma anche nel marketing (e qui ahimé ancora inseguiamo…)
Elena
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