Tempo di funghi! Nei negozi di frutta e verdura se ne vedono di tutti i colori (soprattutto nei prezzi, soprattutto per quanto riguarda i porcini).
Io non sono certo una grande patita dell’andare a funghi, anche se sovente in montagna lo faccio, più che altro per fare due passi e poi perché il bosco è dietro casa….Dato che le mie conoscenze in materia sono limitate, per non saper né leggere né scrivere, ossia per non restare avvelenata, prendo le “finferle”, riconoscibilissime e che non hanno corrispettivo velenoso.
Spendo due parole per questo fungo che a me piace mooolto di più del parente (forse marito?) finferlo perché credo ne valga la pena ed è poco conosciuto. Il nome per i colti dell’argomento è “Cantharellus lutescens” e, contrariamente al fingerlo è poco carnoso, a forma di imbuto, orlo frastagliato, col cappello comunicante con l’interno del gambo, di un bel giallo arancio (lutescens, appunto).
Il sapore è delicato, ma ha un forte profumo di bosco, molto invitante per chi ama i funghi, tant’è che in autunno, fino alle prime gelate, quando è il suo momento nei boschi di conifere, prima ancora di vederlo si sente l’odore.
È abbastanza piccolo e rende poco, quindi ne occorrono tanti (e tanta pazienza a raccoglierli) e la sua “morte” migliore è nel risotto, meglio se con una punta di cucchiaio di concentrato di pomodoro e un paio di bacche di ginepro (anche quelle le trovate nei boschi nello stesso periodo).
Ho scoperto però il mio personale “posto delle finferle”, dove crescono così grandi e rigogliose da sembrare dei gigli e allora riesco a farli fritti, in tempura.
Uso questa commistione nipponica non per amore esagerato dell’etnico ma perché è un metodo delicatissimo e poco invasivo di frittura, ed il sapore del prodotto viene tutelato.
La mia pastella è semplicissima: 3 cucchiai di farina, 3 cubetti di ghiaccio e acqua minerale fredda e molto gasata q.b. a rendere la pastella della giusta fluidità. Moltissimo olio di arachide ben caldo e un tuffo rapido. Il risultato oltre che buono è anche molto coreografico. Sembrano fiori fritti.
Fatemi sapere……
P.s. piccolo particolare inquietante: dicono gli esperti micologi che la finferla sia “cesio captante”, quindi radioattiva. Quindi raccomandano di non esagerare.
Elena
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