“Mangiare è una cosa seria”. Questo è l’inizio di un affascinante libro di cucina scritto da una nobildonna negli anni ’30 sotto lo pseudonimo di E.V. Quattrova.
Dato che all’epoca lavorare era disdicevole per le vere signore, la nostra intraprendente dama sotto il nome evocativo di Quattrova ha tenuto per alcuni anni una rubrica di gastronomia sulla rivista Domus, illustrata dalle felici mani di Giò Ponti e di Tommaso Buzzi.
Un trattatello delizioso che lungi da essere un’elencazione di ricette passa dalla fisiologia della mano della brava cuoca, riconoscibile perché “corta, larga, rosa, schietta e carnuta”, all’organizzazione scientifica della cucina (ovviamente per l’epoca, cioè non erano compresi il microonde, il minipimer e la piastra a induzione), alla splendida premessa sull’arte del “Convitare”, arte fatta di sfumature, armonia di menù, fiori, luci e soprattutto… charme della padrona di casa.
Il cosiddetto “corpus Quattrovae” invece è un florilegio di originalità e di personalissima visione della cena. Come il dettato contro gli antipasti (che ingozzano) a favore delle minestre (che aprono lo stomaco), del “salsificare”, le trovate (dove compaiono ingredienti esotici come il cocco e il curry), la perfetta colazione sull’erba, e il pronto rimedio agli ospiti inattesi.
Ovviamente le ricette rispecchiano l’epoca, ma provarle è piacevole per i non più giovani e i nostalgici dei sapori di casa.
Per ora ne ho provata una, che mi ricordava appunto una ricetta di mio nonno: le Pesche in Forno.
Aprite a metà delle pesche (anche pesche noci) di media maturazione, mezza per porzione. Scavatele all’interno asportando circa la metà della polpa. Sminuzzate la polpa mescolandola con un rosso d’uovo, 3 amaretti sminuzzati per porzione, due cucchiai di zucchero, una bustina di granella di mandorle tostate un momento un padella, una fiala di aroma di mandorle e (nella ricetta di mio nonno, ma non nella Quattrova) due cucchiai di cacao amaro.La Signora usava le mandorle amare delle pesche, ma non tutti le gradiscono e oltrettutto se ne possono usare pochissime dato che sono velenose.
Con il composto riempite le pesche e mettetele in forno a 180° C per una mezz’ora spruzzandole a metà cottura di vino bianco.
Fatemi sapere…..
Elena
LA CUCINA ELEGANTE – Enogastronomia
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